Paesi Bassi, dietro Van der Poel c’è il vuoto: “Mathieu per noi è una benedizione, ma se le corse non sono adatte a lui servono altri corridori – Speriamo in Del Grosso”

Spesso si parla dell’Italia ciclistica come di una Nazione in crisi, o quantomeno in difficoltà, sul piano dei risultati. Il discorso richiederebbe però analisi più approfondite: basti pensare che nel 2025 Filippo Ganna e Giulio Ciccone sono stati capaci di chiudere al secondo posto una Classica Monumento, la Milano-Sanremo nel caso del piemontese e la Liegi-Bastogne-Liegi per quel che riguarda l’abruzzese. Complessivamente, quindi, in termini di gare di un giorno le cose non vanno poi così male, pensando anche persino nella realtà dei Paesi Bassi il piatto piange. La cosa farebbe quantomeno sorridere se si pensa che lì c’è Mathieu van der Poel (che di Monumento ne ha vinte due, giusto per restare al 2025), ma anche in questo caso il discorso va allargato.

A parlare della situazione neerlandese è il Commissario tecnico del settore su strada maschile, Koos Moerenhout: “Se guardiamo questa stagione delle Classiche e pensiamo ai prossimi Mondiali, ovvero Kigali 2025, Montréal 2026 e Sallanches 2027, vediamo che ci sono stati pochi nostri atleti in grado di lasciare il segno – le parole del Ct dei Paesi Bassi in un’intervista concessa a WielerFlits – I risultati non ci sono stati e anche i corridori più giovani per ora non sono riusciti a raggiungere il livello dei migliori. Ovviamente, speriamo che questo avvenga presto”.

Moerenhout aggiunge: “Visti i percorsi delle prossime prove iridate, abbiamo veterani come Wout Poels e Bauke Mollema. Poi penso che uno come Thymen Arensman possa far bene su quei percorsi, anche se molto dipende dalle scelte che farà in chiave programma. Abbiamo anche Koen Bouwman, che però al momento non è al suo meglio. E poi ci sono i giovanissimi, come Menno Huising e Tijmen Graat, che però devono ancora colmare il divario che li separa dai più forti”.

Quindi, si è costretti a guardare a Van der Poel: “Lui è un corridore che potrebbe far bene su ogni percorso di una gara di un giorno, Mondiali compresi – aggiunge Moerenhout – Il fatto che ci sia Mathieu per noi è una benedizione, ma, ovviamente, se una gara non è del tutto adatta a lui, servono altri corridori su cui puntare. Mollema e Dylan van Baarle in passato hanno corso grandi Mondiali e speriamo che la vecchia guardia, con il necessario rispetto, riesca a rimanere ad alti livelli ancora per altri anni. Fra i giovani, ora abbiamo Tibor Del Grosso, che sta facendo davvero molto bene in questo momento. Lui è già stato ottavo ai Mondiali U23 di Zurigo 2024 e sta crescendo molto rapidamente. Speriamo possa continuare nei prossimi anni”.

Il Ct neerlandese torna a focalizzarsi sulle Classiche, in particolare quelle dal percorso ondulato: “Chiaramente i recenti risultati richiedono attenzione, sia da parte dei corridori che anche delle squadre, che devono comunque continuare a investire sullo sviluppo di corridori adatti a queste corse. Evidentemente, in questo periodo è più difficile farlo, dato il dominio che Tadej Pogačar sta mettendo in atto. Forse, in alcuni casi, bisogna iniziare a pensare a non correre per la vittoria, ma, soprattutto per i più giovani, serve avere come primo obiettivo quello di mettersi in mostra, anche senza fare risultato”.

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